venerdì 27 gennaio 2012

venerdì, 27 marzo 2009  

In un momento di crisi dilagante a livello mondiale, che tocca tutte le regioni italiane e tutti i settori di produzione, con un tasso di disoccupazione che, secondo i dati di Confindustria, nel 2010 raggiungerà il 9% (aumentando cioè di TRE punti percentuali rispetto al tasso del 2007, al 6,1%), per un totale di 507.000 licenziamenti (esclusi i cassintegrati) il nostro Presidente del Consiglio non trova nient'altro di più intelligente da dire se non: "Chi è stato licenziato...si trovi qualcosa da fare".
Un intervento da far accapponare la pelle al più insensibile degli esseri umani, intervento con cui ieri il premier ha mostrato, tra le altre cose, l'enormità della sua ignoranza in quanto ad alcuni aspetti basilari dell'economia di mercato. E pensare che da anni gli italiani lo votano perché uno che è pieno di soldi non può che intendersene di imprenditoria e, più in generale, di economia. Ma si sa: nella vita, spesso, la competenza non c'entra un cazzo. C'entra, e noi italiani dovremmo saperlo, l'astuzia. Ma ancor di più conta - termine intraducibile in qualsiasi altra lingua proprio perchè legato a uno specifico fenomeno tipicamente italiano - l'arte dell'arrangiarsi. Che, dicendola in breve, comprende diverse attività, per lo più illegali. Ma andiamo oltre.
La frase pronunciata dal Cavaliere è la seguente: "Chi ha perso il lavoro si trovi qualcosa da fare: io non me ne starei lì con le mani in mano".
Premesso che con "io non me ne starei con le mani in mano", il premier afferma di ritenere che gli italiani licenziati se ne stiano a casa dal mattino alla sera a guardare X Factor ed aspettare qualche bestemmia che esca dalla bocca della Maionchi, analizziamo ora la prima parte della frase: chi ha perso il lavoro SI TROVI QUALCOSA DA FARE. Le lacune del premier relative alle più semplici dinamiche dei meccanismi economico-sociali sono evidenti e gravissime. Strano che lui non lo sappia, ma l'aumento della disoccupazione è uno dei principali "sintomi" della recessione. E noi, sempre in caso non lo sapesse, siamo in recessione. E non lo dico io, lo dicono i dati. Se in un paese la variazione del PIL rispetto all'anno precedente è negativa, ma non supera l'1% (es. -0,3%), si parla semplicemente di "crisi economica". Ma se tale variazione va oltre l'1% (es. -1,2%), si parla di recessione. Il PIL italiano del primo trimestre 2009, giusto per farci un'idea, è a -4,6% rispetto al pil del primo trimestre del 2008. Ciò significa che siamo in piena, fottutissima recessione. Ma nessuno ne parla. Si preferisce chiamarla, erroneamente, "crisi". Per dare l'idea di una cosa temporanea. Temporanea il cazzo. C'è gente che ci sta rimettendo la casa. Ecco perché la proposta di cercare un altro lavoro quando la disoccupazione è dilagante e soprattutto non se ne vede una via d'uscita, è una proposta nonsense da tutti i punti di vista, sullo stile se non hanno pane mangino le brioches. L'unica cosa che potrebbe giustificare l'incoerente idea del premier è la seguente. Un gravissimo errore nell'interpretare la tipologia di disoccupazione in cui ci troviamo. Per esempio, in situazioni di forte squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, si parla di disoccupazione strutturale, e allora sì che uno può fare un discorso di questo tipo: "non c'è lavoro al Sud, trasferitevi al Nord", (che comunque, non può essere detto con questa leggerezza). Ma la disoccupazione in cui ci troviamo oggi non è strutturale: è ciclica, dovuta cioè alla recessione, che purtroppo caratterizza l'attuale fase del ciclo economico italiano, ed in qualche misura europeo. La produzione, e perciò anche l'occupazione stessa, continuerà a diminuire, fino a quando non verrà individuato un qualche, seppur lieve, segnale di ripresa. Ora, la domanda clue è: in che modo e in quanto tempo si potrà arrivare alla ripresa? Il premier dovrebbe essere lì per rispondere a questo, o almeno per provarci. Ma, chissà perché, ho come l'impressione che non abbia in mente nulla. Se non dare la colpa alla presunta pigrizia degli italiani licenziati. O ancora, attendere, forse, che Obama faccia la sua parte, per poi tirare fuori dalla merda anche noi. Ma questo discorso meriterebbe un post a parte.
Concludendo, sono due le possibili spiegazioni all'insensatezza della frase del Cavaliere: ignoranza (il caso appena analizzato), o stronzaggine. Siccome già è nano, non ammetterà mai di essere anche ignorante, perciò diciamo pure che è semplicemente stronzo. A meno che.....con il "trovatevi qualcosa da fare" non intendesse una cosa del tipo "arrangiatevi"...allora sì che è tutta un'altra storia. In quel caso, licenziati di tutta Italia, svegliatevi! Non state con le mani in mano: andate a rubare! E' il premier che vi incoraggia. 

Scritto e diretto da: miazalica a 10:40 | link | commenti (3) |


#1   27 Marzo 2009 - 16:46

 
Noto con dispiacere che non credi alla stimata teoria economica detta "dell'ottimismo", riconosciuta a livello mondiale come panacea per tutti i mali. Come fai a non provare incontenibile OTTIMISMO di fronte alle mille-e-una soluzioni che questo governo sta promuovendo? Pensa a quanti nuovi posti di lavoro sorgeranno come funghi quando tutti i possessori di villetta potranno finalmente costruirsi la dependance che hanno sempre desiderato, o - che so - un bel vulcano per allietare le serate estive. I dati Istat dimostrano che non ci sono abbastanza vulcani per tutti i cittadini, e questa è un'ingiustizia che solo voi comunisti non riuscite a vedere.
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#2   30 Marzo 2009 - 13:17
 

Bè non si può non essere d'accordo con tutto quello che dici, è tutto giustissimo!
Però, però... senza negare che ci si trovi in una situazione gravissima in quanto a quantità e qualità del lavoro, rimango sempre interdetto quando in ogni discorso relativo alla situazione economica si tiri sempre fuori lo stramaledettisimo PIL. Vogliamo capirlo una volta per tutte che il PIL è un indicatore assolutamente inadatto a misurare tutto quello che davvero rende la vita degna di essere vissuta?
Non posso aggiungere nient'altro su qeust'argomento se non riportarvi quanto disse Robert Kennedy già circa 40 anni or sono:

http://www.youtube.com/watch?v=iLw-WLlM9aw
utente anonimo 
#3   31 Marzo 2009 - 23:45
 
Hai ragione. So benissimo che il PIL presenta enormi limiti dando una visione estremamente parziale e imprecisa dello sviluppo o sottosviluppo di un paese, o del benessere della sua popolazione. Tuttavia è ancora oggi un indicatore molto utilizzato e diffuso a livello internazionale anche, per esempio, da parte dei grandi organismi internazionali (quali WTO, FMI, BM) per lo studio di politiche economiche e la comparazione del livello di "sviluppo economico" dei vari paesi. Ma ho fatto riferimento al PIL perchè esso viene utilizzato nella definizione stessa di recessione, che tecnicamente si ha quando il PIL si riduce per due trimestri consecutivi.
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