venerdì, 09 ottobre 2009
Se c'è una cosa che sono riuscita a dedurre da questi giorni tormentati, infiniti e strazianti è che "peggio di così non può andare" è una cosa che uno non può mai permettersi di dire. Perché sono infinite le possibilità e le modalità del "peggio". Vorrei andare in un posto che non esiste e pagare qualsiasi cifra mi possano chiedere per vedere anche solo un frammento di una mia immagine tra qualche mese. Un "frame" a caso, così. Mia che si innervosisce nel traffico delle sei. Mia che fa la coda in posta. Mia che fa un colloquio di lavoro. Mia che si taglia le unghie dei piedi. Un'immagine qualsiasi. Giusto per vedere come sarò. Come saranno le cose intorno a me. E' da tanto, tanto tempo che non passavo un periodo così. Perché non è un giorno, o qualche sfortunato giorno in cui tutto ti va male. Sono giorni, ormai mesi, che si ripropongono, tutti uguali, tutti maledettamente pesanti. Una pesantezza che mi assale e che non mi fa dormire la notte. Mille e un pensiero mi scorrono nella mente in ogni momento della giornata. Sento la testa pesante. Ed è insopportabile. Vorrei andare in un posto dove una tizia, e sì dai, lascio qualche soldo anche a lei, ma vorrei che questa tizia mi dicesse solo una data. Chessò, una data qualsiasi. Per dire che tutto sarà finito. Che devo solo resistere fino a quel giorno. Ma è una cazzata, perchè qui non si parla di resistere. Conoscere lo stato delle cose e non essere in grado di modificarle, questa è la dannazione dell'essere umano. E certo puoi fregartene. Come me ne frego io. Dell'effetto serra, di un'alimentazione equilibrata, degli attentati a Kabul. Ma non puoi fregarti di ciò che la notte non ti fa dormire. E non diciamo stronzate. Una telefonata in questo istante non mi renderebbe felice. Soffro, e voglio stare sola. Perchè sono io la mia migliore interlocutrice. Solo io mi capisco. La sofferenza potrà anche essere comune, talvolta. Ma mai condivisa. Perchè, a ognuno tocca la sua. E a ognuno, le sue armi. Detto questo, vado a letto. Dormire, in questo momento credo sia la mia arma più efficace.
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