venerdì 27 gennaio 2012

venerdì, 12 febbraio 2010
Il prezzo del crack...o della popolarità  

Le recenti dichiarazioni di Morgan hanno dato un'altra impepata all'ormai ben nota usanza tutta italiana del gossip pre-Sanremo. Morgan non ha fatto altro che fornire ulteriore materiale per le chiacchiere inutili che vertono su tutto tranne che sulla musica e che da sempre caratterizzano i preparativi del festival canoro. Se lo abbia fatto di proposito o meno, non si sa. Io credo di no. Mi ricorda quelle persone che hanno una determinata idea del mondo e che ogni tanto si scordano che questa idea non coincide esattamente con il (ben)pensare comune e allora gli scappa di dire qualcosa che pensano senza minimamente prevedere la reazione degli altri. Mi ha ricordato me che, davanti a un discorso dei miei, anni e anni orsono, che parlavano della droga diffusa tra i giovani, stavo per sbottare con tutta naturalezza: "Ehi! Siamo nel 2000! E' uscito l'ipod nano! Le canne se le fanno i prof con gli alunni durante l'intervallo!! Pronto?! La canna è la sigaretta di una volta, amici!" E poi, per fortuna, qualcosa mi fermò. Mi fermò il pensiero che se per me tutto ciò era normale, per loro non lo sarebbe stato affatto. Cosa a cui non ha pensato Morgan, che davanti non aveva due cinquantenni che si son persi il 68 italiano, ma un'opinione pubblica cresciuta a Dc e oratorio. Perciò non è Morgan che ha provocato la reazione, ma chi lo ha ascoltato. Come si dice, la bellezza è nell'occhio di chi guarda; il successo di una battuta dipende dall'orecchio di chi la ascolta; insomma: Morgan ha fatto cadere l'albero, ma gli italiani c'erano e lo hanno sentito cadere. E giù ognuno a dire la sua: da Vasco Rossi a Irene Grandi a Bersani alla Clerici e così via. Ed è da quel momento, che tutti ma proprio tutti hanno iniziato a starmi sul culo. Morgan che va da quel leccaculo di Vespa a dire che lui ha un problema. Vasco Rossi che dice, "io lo capisco, perchè anch'io avevo un problema". Tutti a dire, diamogli un'altra chance, il ragazzo ha un problema. Morgan addirittura ha interpretato la sua intervista su Max come una richiesta di aiuto. Ma ci rendiamo conto? Prima era un "fortuna ad avercene di antidepressivi così", adesso è diventato un problema. Poi ha tirato in ballo la figlia, oh sì, la figlia, gran colpo per il pubblico a casa. "Io non vorrei mai che mia figlia avesse a che fare con un padre depresso", appunto, la risposta è il crack! Di che cazzo stiamo parlando allora qui? Niente, nessuno proprio lo vuole capire. La droga non è un problema, è puro svago. Anche perchè non stiamo parlando di uno che si buca e un giorno o l'altro ci lascia la pelle per un'overdose. Stiamo parlando di uno che fuma crack per tenersi sveglio. Smettiamola con sta cosa della droga che è la risposta a un problema. Non lo pensavo con i tossici in mezzo alla strada, figurati se lo penso con quelli che si fanno di coca alle feste, o da soli in casa, poco cambia. Ecco la vera ipocrisia. Allora, visto che è un problema, perchè puntualmente ciascuno di noi manda a fanculo il tossico che gli viene a chiedere due spiccioli? Perchè nessuno reagisce come stanno facendo tutti davanti a Morgan? Poverino, diamogli un'altra possibilità! Tieni 10 euro, figliolo! Ma usali per il metadone, mi raccomando! Che poi, altra cazzata, non mi vengano a dire che non bisogna giudicarlo perchè lui è un artista e quello che fa a casa sua non c'entra niente con la sua arte. Certo, verissimo. Con un piccolo particolare: che quello che fa a casa, deve restare in casa. Si chiama "prezzo della popolarità". Decidi di esporti, il che significa che ogni cosa che dirai verrà riportata, letta e ripetuta dalla gente a casa, il che significa che se una volta ti beccano con un travestito, ogni volta che si parlerà di te, anche per annunciare al mondo che hai vinto il premio Nobel, sui giornali, negli angolini, ricompariranno le foto del trans, sempre a ricordare la tua macchia del passato. Significa che ogni cosa che dici viene archiviata e riutilizzata al momento giusto. Tipo: Giovanni ha detto che non gli piace il colore nero. E poi tirano fuori una vecchia foto del '92 di Giovanni a un funerale con il cappotto nero e dicono: ahah! Voltagabbana che non sei altro! Ecco cosa vuol dire popolarità. Ah, e per quanto riguarda la Rai, ovviamente hanno torto marcio. Con questa decisione bigotta hanno allontanato dal palco uno dei pochi artisti in grado di dare una scossa di qualità a quel tanto amato e detestato evento. Ho finito. Visto che tutti dicono la loro, anch'io ho detto la mia.

Scritto e diretto da: miazalica a 14:09 | link | commenti (2) |


#1   22 Febbraio 2010 - 14:36

 
Forse potevi evitare di dire la tua, ti rimando a un servizio delle Iene della settimana scorsa dove un utilizzatore spiega bene qual'è il PROBLEMA per chi inzia ad utilizzare il crack.
Leggo spesso il tuo blog con piacere, ma questo post mi pare privo di spunti intelligenti e la tua presa di posizione perchè ti senti di non avere un problema se usi la coca o fumi non deve farti dimenticare che la droga è realmente un problema, e che la risoluzione, come per tutte le altre dipendenze, passa per prima cosa dal prendere coscenza di avere un problema.
utente anonimo  
#2   23 Febbraio 2010 - 14:02
 
Guarda che io non ho detto che la droga non sia un problema della nostra società. Intendevo dire, non so se si è capito, che detesto chi si droga e come "scusa" riporta questo fatto di avere dei problemi. Nel film dei Simpson quando Marge becca Bart che si scola una bottiglia di non so che alcolico, lui prontamente risponde: "Ho dei problemi!". Ecco il punto. I giovani si drogano per sballarsi, principalmente. Non perchè hanno dei problemi. I problemi arrivano dopo, quando inizia la dipendenza, quando diventa un'abitudine, quando uno non riesce più a uscirne. Ma mi sta sul culo Morgan che "confessa" di avere un problema e di volersi curare: se davvero avesse avuto l'intenzione di curarsi si sarebbe vergognato a dichiarare così sfacciatamente e con tale leggerezza che fa uso quotidiano di crack. Perciò se in una prima fase (intervista a Max) poteva ritenersi quantomeno non ipocrita, nella seconda fase (da Vespa) non ha fatto che farmi venire il voltastomaco trasformando quelle che volevano essere dichiarazioni forti e provocatorie in una semplice e sentita richiesta di aiuto. Insomma, se hai bisgno di un aiuto, chiami il medico, non il giornalista di Max.
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