Io di telefonia, telefonini e chiavette internet non ci capisco un cazzo. Voglio dire, è praticamente impossibile fare un dannato paragone tra i maledetti oligopolisti che caratterizzano il settore nel mercato italiano. Wind, Tim, Vodafone, Tre. Quattro player, quattro colori. Arancio, Blu, Rosso, verde/viola. Fatti apposta per confonderti. Ogni volta che mi decido a entrare in uno di questi odiosissimi negozi, puntualmente me ne pento entro i primi cinque secondi. Uno parte con una domanda semplice semplice, del tipo: “e quanto mi costerebbe andare in internet con il cellulare?” e parte, inesorabile, la tiritera. La commessa che attacca come una macchinetta il suo discorso piatto come un televisore al plasma e che a stento riesce a tenere viva la mia attenzione. Capto qua e là qualche parolina fastidiosa come “promozione”, “solo per questo mese”, “contratto di due anni” e già mi viene voglia di scaraventare il telefono in mezzo al negozio e uscire fuori, finalmente liberata da questo peso che mi tormenta. Secondo i miei pigri ragionamenti il modo migliore per scegliere la compagnia più conveniente è il costo di una telefonata al minuto. Sembra facile, ma non lo è affatto. Perché anche se trovi il coraggio per affrontare l’interminabile risposta a questa domanda, sai già che ciò che ti diranno non ti renderà le idee più chiare e, sicuramente, non allevierà affatto il tuo sforzo nel prendere una decisione. Perché tutto dipende. Dipende se chiami più Wind o più Vodafone. O se chiami solo numeri Tim. Dipende se chiami o se video chiami. Dipende se fai tante telefonate brevi o poche ma lunghe. Dipende se chiami in Italia o all’estero. O se mandi soprattutto sms. E poi c'è lo scatto alla risposta. Che può anche non esserci. E il telefono? Questo viene 30 euro, questo 100 e quest'altro è gratis. Ma lo hai solo se firmi un contratto da 36 mesi. E le promozioni? Sono la prova che il diavolo esiste. Perché il primo mese sei un figo sì. Ma terminato quello arriva la mazzata a ricordarti che Loro c'è l'hanno sempre più lungo e tu, in qualsiasi modo vada, sei solo un coglione. Poi c’è il contratto con bolletta (l’unico strumento che davvero ti rende emancipato), c’è la ricaricabile (che in Italia va ancora molto, mentre all’estero la frase “ho finito il credito” non esiste in nessun vocabolario), e le migliaia di piani tariffari cui aderisci mandando un semplice sms e da lì in poi sono tutti cazzi tuoi. Per me, che nella giornata tipo ho mille altre cose più importanti cui pensare, come ricordarmi di registrare i Griffin e di dare da mangiare ai pesci, tutto questo è troppo complesso. Non ne voglio sapere niente. Va bene qualsiasi cosa. Tanto lo so che gira e rigira la fregatura c’è sempre. Perciò sapete che vi dico? Data la mia assoluta incapacità di scegliere sulla base dell’offerta più economica, ho deciso che sceglierò proprio come vogliono Loro. In base al testimonial. All’inizio era facile. C’era Megan Gale per la Vodafone, la Incontrada per la Wind e quel cesso della Canalis per la Tim. Manco a dirlo la Incontrada spadroneggiava su tutte. E avrei quindi scelto Wind. Ma poi è scesa in campo Belen. E lì non c’era più storia. Ero pronta a chiudere il contratto con la Tim. Purtroppo, non ho fatto in tempo, che già le cose son di nuovo cambiate. Adesso la scelta è schifosamente ardua. I piccioncini Totti, i deprimenti Aldo Giovanni e Giacomo, e una perfetta sconosciuta che cercano in tutti i modi di rendere brutta, chissà perché. Niente da fare, cari amici. Vodafone ho, e Vodafone mi tengo. In attesa che qualcuno si decida a investire in un testimonial decente. E' dura. Perché un mondo senza Belen, è un mondo in cui non sai più da che parte stia la verità.
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