venerdì 27 gennaio 2012

mercoledì, 10 febbraio 2010
Palestrato vs musicista  

Essendo io ormai da mesi entrata a far parte di quella massa di individui che va allargandosi di giorno in giorno e che i sociologi amano definire i "funemployed" (i disoccupati che non sapendo che fare durante la giornata si dedicano ad attività di svago, giungendo a comprendere finalmente, chi a 30'anni, chi a 50, il vero significato della vita: lo svago, per l'appunto), sto riempiendo le mie giornate di appuntamenti, colazioni, pranzi, cene e hobby. Per prima cosa, il giorno dopo la laurea sono andata i iscrivermi a pianoforte. E vabbè, si sapeva che prima o poi lo avrei fatto. Ma non si sapeva che a 26 anni mi sarei iscritta anche a solfeggio (non sapevo fosse obbligatorio) trovandomi così a fare il corso con una manciata di bambini che dalla prima fila alzano sempre le mani per rispondere, spingendosi a vicenda per chi tende per primo il braccio. E va bene anche quello. Ma che sarei finita ad andare in palestra, questo proprio non me l'aspettavo. Eppure, la disoccupazione fa anche questo. Ti costringe a iscriverti al gettonatissimo Joy Walk e a farti trovare puntuale in sala mentre aspetti l'istruttore di Total Body. Raccapricciante. Ma, al contempo, un divertimento senza pari. Non a seguire trafelata i passi delll’istruttore superpalestrato, ma a scannerizzare le persone che mi stanno intorno. Dopo un mese di palestra e qualche mese in più di scuola di musica, sono giunta ad una serie di conclusioni.
1) In palestra entri incazzato ed esci felice. Un po' come farsi una canna. A solfeggio entri allegro ed esci incazzato. Un po' come andare a solfeggio.
2) In palestra tutti si salutano, ma proprio tutti. Parcheggi e saluti il posteggiatore abusivo con un sorriso e gli infili 5 euro in tasca. Entri e saluti l'uomo delle pulizie che ricorda vagamente l'inserviente di Scrubs (a proposito, solo io trovo che quell'attore sia un figo?) e gli infili una testina da mocio vileda nuova nuova in tasca. Poi saluti la tipa che sta alla reception ricordandole che prima o poi le porti quei 10 euro che le devi, e poi sali su. Se decidi di prendere l'ascensore, arriverà un marpione che ti dirà la solita battuta "Posso scroccare un passaggio?" e tu dovrai sorridere e dirgli “fanno 10 euro!” Se invece prendi le scale, te ne pentirai dopo la prima volta, perché su quelle cazzo di scale incontrerai almeno 8/10 persone che salendo o scendendo ti saluteranno amabilmente e se hai avuto una giornata di merda può darsi che prima o poi a uno di quei "ciao" così simpatici ci scappa un bel ceffone nel centro della guancia destra. In una scuola di musica, è l'esatto opposto. Non solo nessuno saluta nessuno, ma nessuno guarda nessuno. Da quando entri a quando esci devi tenere lo sguardo basso, camminare in punta di piedi e stare in silenzio (e schiena dritta!) perché sei una nullità che non raggiungerà mai la perfezione e tutto quel che puoi limitarti a fare nella tua misera condizione è provare, provare, provare ma, ricordati: senza arrivare mai alla perfezione.
3) In palestra tutti si salutano e si sorridono, ma poi hanno certi lucchetti da 5 chili con cui mettono al sicuro i loro armadietti. In una scuola di musica nessuno ti saluterà mai ma appena esci stai sicuro che si presenterà qualcuno a scroccarti una sigaretta.
4) Aprite la borsa di un palestrato: ci troverete sicuramente un phon, una scatola di pastiglie energetiche e un libro di Fabio Volo. Aprite la borsa (borsa?) di un musicista: non mancheranno un paio di cd di vario tipo, un portafoglio vuoto e un paio di mutandine, usate, da donna.
5) L’approccio classico di un palestrato nei confronti di una ragazza è il seguente: “Possiamo fare i turni su questo attrezzo?” talvolta sostituito con “Hai bisogno di una mano?”, odiatissimo dalle donne. L’approccio classico di un musicista è il seguente: per le prime 4 settimane non ti parlerà, non ti sorriderà, anzi, non ti degnerà di uno sguardo. Ma il giorno che deciderà di parlare, proprio come un collaboratore di giustizia, dirà tutto e in modo diretto senza giri di parole. E se dopo 4 settimane è probabile che il palestrato vi aspetti all’uscita dalla palestra per dirvi: “Ti andrebbe di mangiare insieme qualche volta?”, è ancor più probabile trovare, fuori dalla scuola di musica, un musicista che, mentre è al telefono, vi ferma dichiarando: “Io ti devo trombare”.
6) Il modo migliore per declinare l’invito di un palestrato a uscire è dirgli: “Guarda che fumo, mangio tanta cioccolata, dormo 4 ore a notte e sono comunista!” Il modo migliore per far scappare un musicista è dirgli che andate in palestra. A volte non basta. In quei casi, in cui è poco probabile che siano interesati al vostro stile di vita, sarete costrette a mentire: “So che non ci crederai mai…è una storia lunga...ma io non ce l’ho la patata…”
7) Il palestrato cercherà di stupirvi facendo mostra dei suoi addominali. E va vene, il loro fascino ce l’hanno. Se riesci a trovare un palestrato sordomuto. Il musicista cercherà di stupirvi con qualche storia che ha dell’incredibile: “Quell’anno, me lo ricordo, eravamo io, il mio amico Eric e Obama a bere una birra sulle spiagge della California…”
8) Se doveste accettare di uscire con un palestrato, sappiate che: lui sarà elegantissimo, vi aprirà la portiera, appena salite in macchina vi farà un complimento tipo “Sei splendida”, vi porterà in un locale che avrà prenotato, per tutta la sera non avrà occhi che per voi, molto probabilmente ordinerà un’insalata o nel caso migliore della carne ai ferri, poi pagherà il conto, vi accompagnerà a casa e lì, con parole romantiche, vi farà cedere a una pomiciatina in macchina ma tutto si fermerà lì perché non vorrà mai passare per un cafone che cerca di trombarvi la prima sera. Se uscite con un musicista, sappiate che: lui sarà vestito come al solito, si farà venire a prendere sotto casa, appena salito in macchina esordirà con un: “Cazzo, ho lasciato il cellulare sopra!”, vi porterà in un locale affollatissimo dove non avrà prenotato perché “non mi ricordavo ci fosse tutta ‘sta gente”, per tutta la sera starà al telefono a organizzare di andare a vedere concerti e incontrare gente che suona questo e quello, ordinerà una focaccia al lardo con aggiunta di patatine fritte, forse pagherà il conto e quando lo riaccompagnerete sotto casa dovrete tenergli la fronte mentre lui vomita dietro al bidone della spazzatura chiedendovi se siete sicure di non voler salire sopra.
9) Alla fine della serata il palestrato vi manderà un sms melenso che dirà più o meno: “Sono stato bene stasera. Spero di rivederti presto”. Il musicista di cui sopra, se vi scriverà, sarà per chiedervi: “Mi dai il numero di tua sorella?” o nei casi migliori: “Ho mica lasciato le mie chiavi di casa nella tua macchina?”
10) Io non ho espresso pareri in merito. Ho solamente illustrato il modo in cui potrebbero funzionare le cose. In effetti, entrambe le scelte hanno i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. L’importante è capire che tipo di persona può interessarvi di più. Perché c’è chi troverebbe la storia del vomito e delle chiavi divertente. Chi no. E chi solo per le prime volte, ma poi si stufa. Per quanto mi riguarda, tra le due, credo che l’ideale sia un imprevedibile operaio di Barriera con le mani sporche di grasso.


Scritto e diretto da: miazalica a 19:23 | link | commenti (1) |


#1   21 Maggio 2010 - 15:43

 
Parlando di Neil Flynn, l'inserviente di Scrubs. No, non sei solo tu. Io e le mie amiche ci mandiamo messaggi ogni volta che ci capita di vederlo in qualche film o telefilm! Mix
utente anonimo

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