'Non è facile spiegare perché, ma le cose che inizialmente raggiungono e colpiscono in modo assai piacevole i nostri sensi, con altrettanta rapidità ci procurano noia e perfino disgusto'.
Cicerone
giovedì 26 settembre 2013
martedì 10 settembre 2013
24 sfumature di Get Lucky
Autunno 2012, in uno studio di Parigi.
- Ok ok ce l'ho, la canzone farà così: taa tatataaaaa tatataaaaa tatataaaaa...
- Bene, bene, la melodia mi piace...e poi come farà?
- E poi: we're up all night to get lucky, we're up all night to get lucky, we're up all night to get lucky...
- Ok, ok, afferrato il concetto, quindi quante volte di seguito, 4? 6? ..8?
- 24.
- 24?
- 24.
- Non funzionerà mai.
martedì 3 settembre 2013
Sui ritardatari
Con il passare degli anni, di fronte all’amara constatazione
del fatto che essere in ritardo è un fattore ereditario, ho cercato di studiare
questa “malattia” e di delineare alcune caratteristiche che credo accomunino tutti
i ritardatari del pianeta.
Punto numero uno: il ritardatario ha una concezione del
tempo decisamente più dilatata rispetto a un non ritardatario. Questo significa
che, in qualsiasi circostanza, egli ritiene di poter compiere una determinata
operazione (cambiare la gomma di una macchina, preparare una cena, farsi la
tinta ai capelli) in un tempo di gran lunga minore rispetto a quello effettivo.
Verificare questo fatto è molto semplice: chiedete a un ritardatario quanto ci
si mette ad arrivare a piedi da un punto A ad un punto B: sarete sorpresi di
quanto tempo in meno stimerà rispetto a quello che avrà stimato un non
ritardatario a cui avrete fatto la stessa domanda.
Punto numero due: il ritardatario non ammetterà mai l’esatto
ammontare del suo ritardo. Se chiedete a un ritardatario “con quanto ritardo
sei arrivato alla riunione di ieri sera?” vi risponderà cercando di minimizzare.
Per conoscere l’effettivo ammontare del ritardo, sommate i minuti (ore) da lui
dichiarati ad un quarto del ritardo dichiarato. Esempio: se il ritardatario
confessa “sono arrivato in ritardo di venti minuti”, il vero ritardo sarà di 20
+ ¼(20) minuti, cioè di totali 25 minuti, e così via.
Punto numero tre: il ritardatario non ammetterà mai che la
colpa del ritardo è sua. Per questo, ogni volta che fa ritardo, arriva
all’appuntamento munito di una giustificazione plausibile. Tale giustificazione
generalmente non è inventata: il ritardatario di solito non mente, si limita a esagerare.
Alcuni esempi di giustificazioni amplificate sono: “Perdona il ritardo, ma ero
al telefono con il capo che mi ha tenuto 6 ore!” (leggasi 12 minuti e 47
secondi); “Scusami, è che ho dovuto aspettare il pullman per 40 minuti!”
(leggasi 22 minuti e 18); e così via.
Punto numero quattro: su una cosa il ritardatario mente
sempre. Si tratta di quando, per telefono, vi dice dove si trova o cosa sta
facendo nel momento in cui lo state chiamando. Non vi è mai successo, per
esempio, di sentire un ritardatario cronico nel bel mezzo della metropolitana
dichiarare al telefono “Sono a Porta Susa, due fermate e arrivo!”, mentre la
voce all’altoparlante annuncia “Piazza Massaua, Piazza Massaua”, a circa 8
fermate prima di Porta Susa? Con lo stesso meccanismo, un ritardatario che al
telefono vi dice “mi vesto e scendo” con tutta probabilità starà giusto infilando
il primo piede nella doccia.
Punto numero cinque: non vi sembrerà vero, ma il
ritardatario ci tiene tantissimo al suo tempo. Talmente tanto che detesta
arrivare in anticipo. Ecco, se c’è una cosa che i ritardatari non sopportano è
proprio quella: perdere il proprio tempo. Perciò, essi si regolano – basandosi
su quel sistema di tempo dilatato che solo essi conoscono – per arrivare
puntuali, non in anticipo. Purtroppo, però questo fatto non gli riesce mai.
Punto numero sei: ancora una volta non vi sembrerà vero, ma il
ritardatario soffre terribilmente il suo essere in ritardo. Ogni volta che si
deve preparare per un incontro, egli sfida se stesso cercando di dimostrare, a
se stesso quanto agli altri, che non è un ritardatario. Ogni volta,
inesorabilmente, fallisce in questo tentativo. Per questa ragione, mentre il
ritardo cresce, nel ritardatario si fa strada un terribile nodo
allo stomaco che solo i ritardatari conoscono.
Punto numero sette: il ritardatario è solitamente figlio di
ritardatari; egli rimarrà tale per tutta la vita, e i suoi figli andranno
incontro all’ineluttabile destino del ritardatario.
Detto questo, ci sono tuttavia alcuni lati positivi che
spesso caratterizzano i ritardatari.
Anzitutto, non sono puntigliosi. In questo senso, nel caso
voi vi presentaste con grande ritardo a un appuntamento con un ritardatario, lo
troverete oltremodo clemente nei vostri confronti. Allo stesso modo, sul posto
di lavoro in numerose occasioni i ritardatari si fermeranno oltre il tempo dovuto, proprio
perché non stanno lì a centellinare il tempo in nessuna occasione.
Inoltre,
sovente il loro essere ritardatari è un sintomo del fatto che hanno numerosi interessi e che le loro giornate tipo sono piene di impegni. Infatti, non è raro che tra i
ritardatari vi siano persone particolarmente interessanti. D’altro
canto, i ritardatari quasi sempre considerano i puntuali come esseri
prevedibili, noiosi e privi di sana curiosità nei confronti della vita. Non da
ultimo, i ritardatari sono sovente dotati di grande generosità. Essi, infatti, molto
spesso trattano il denaro allo stesso modo in cui trattano il tempo, ovvero:
non lo sanno gestire. Insomma, una manciata di minuti in più o in meno, come
una manciata di denari in meno o in più, non gli scombussola la vita. Ecco
perché noterete spesso che si tratta di persone piacevolmente generose, oltre
che interessanti.
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