venerdì 4 ottobre 2013

Le 13 domande

Tanti anni fa facevo parte della redazione di un giornale di poche pretese.
Al termine di una delle nostre estenuanti riunioni, inviai le seguenti 13 domande a uno degli altri aspiranti giornalisti disperati, in cerca di conforto e desiderosa di condivisione. Si trattò del primo esemplare di un vizio che sarebbe durato per parecchi anni.

1) Perché ogni volta, immancabilmente, lì dentro mi viene sonno?
2) Perché XX mi sembra sempre più grosso ogni volta che lo vedo?
3) Perchè ad un certo punto, ogni volta, iniza a venirmi mal di testa?
4) Perché YY ha quel tono di voce privo di modulazioni?
5) Perché YY ha quella erre moscia fastidiosa?
6) Perché YY assomiglia al suo cane?
7) Perché ogni intervento di XY mi è completamente indifferente?
8) Perché ogni volta si chiacchiera e si chiacchiera e si torna a casa con un foglio bianco?
9) Perché capita che qualcuno si metta a controbattere alle stronzate di XX?
10) Perché WX e WY non ci sono quasi mai?
11) Perché non fingo mai impegni per andarmene prima?
12) Perché davanti a quel tavolo non ho mai nulla da dire?
13) Ed infine, perché la WX si ostina a non portare il reggiseno?

Ancora oggi, durante alcune infinite riunioni d'ufficio, invece di prendere appunti, stilo lunghi elenchi di domande. Solo che poi non so a chi mandarle e sono destinate a finire, inesorabilmente senza risposta, dritto nel tritacarte.

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